9.8.06

 
Liberazione 9.8.06
I disagi mentali ci sono anche senza manicomi
Riformare la 180? Proposta"cattocomunista”


"Se è stato a suo tempo giusto chiudere i manicomi, oggi è altrettanto giusto fare strutture sanitarie adeguate di trattamento e cura perchè il cittadino ha il diritto alla cura, a star bene come prevede la Costituzione per non esser di peso a sè, ai suoi familiari e alla società". L'appello del poeta Edoardo Sanguineti alla Ministra della Salute Livia Turco ha trovato due alleate in un inedito patto "catto-comunista", le senatrici Paola Binetti e Tiziana Valpiana della Commissione Sanita' del Senato: «Il diritto alla cura, ad essere curato per stare bene va garantito a tutti e aver chiuso i manicomi non vuole dire negare l'esistenza della malattia mentale».
Il dibattito sulla revisione della Legge 180 è aperto, dunque.«Bisogna rimettere mano alla legge senza scadere nelle dispute ideologiche - sostiene la deputata della margherita e della Associazione Scienza e Vita, Binetti - dopo 26 anni sono cambiate tante cose, dai criteri di diagnosi alle terapie».
L'importante secondo la Senatrice di Rifondazione Valpiana, «è affrontare la sofferenza mentale con interventi mirati alla salute dellla persona, alla vicinanza alla realta' della persona».
In Italia non esiste alcun Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico dedicato unicamente alla ricerca e studio, al trattamento e cura delle malattie mentali; ci sono la meta' dei posti letto dell'Europa con 301 strutture pubbliche e 8mila operatori (e 54 case di cura private con 2mila operatori).
Di fatto è come se tutto si fosse fermato alla 180? Non proprio, anche se l'ampiezza dei casi e l'esperienza sulle tante e diverse sofferenze mentali dicono che sarebbe il caso di ragionare sul rapporto tra cura e disagio in maniera più approfondita. Lo fanno alcuni Comuni e diverse strutture sociali. Al di là di un luogo fisico.

This page is powered by Blogger. Isn't yours?